INDICE

PREMESSA

FINALITA’ E AMBITO DI APPLICAZIONE

PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI LESIVI

  • GESTIONE DEL RISCHIO: INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI RISCHIO EPROTOCOLLI DI CONTENIMENTO DEL RISCHIO
  • OBBLIGHI INFORMATIVI, FORMATIVI ED ALTRE MISURE
  • CERTIFICAZIONI PER I COLLABORATORI

CONTRASTO DEI COMPORTAMENTI LESIVI

  • RESPONSABILE CONTRO ABUSI, VIOLENZA E DISCRIMINAZIONI
  • GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI
  • SISTEMA DISCIPLINARE E SANZIONATORIO ENDOASSOCIATIVO

PREMESSA

Diritto fondamentale dei tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonchédi essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza e ogni altra condizione didiscriminazione, con un riguardo speciale per i minori d’età, indipendentemente dallapropria etnia, dalle proprie convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere,orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, dinascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva.Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valoreassolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.Tutti i tesserati, i tecnici, i dirigenti, i soci, i volontari, nonché tutti coloro che prendonoparte, a qualsiasi titolo e in qualsiasi funzione e/o ruolo, all’attività sportiva, in forma direttao indiretta, sono tenuti a conoscere e a rispettare quanto previsto dal presente modelloorganizzativo, dal Codice di condotta adottato dalla Società A1 Climbing ssdrl e dalRegolamento Safeguarding adottato dalla F.A.S.I., a tutela dei diritti dei tesserati. 
Il modello organizzativo intende dare attuazione ai principi dianzi indicati al fine di dareeffettività alle esigenze di tutela ivi sancite.

FINALITA’ E AMBITO DI APPLICAZIONE
Il presente modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva è redatto dalla Società
A1 Climbing ssdrl, ai sensi del comma 2 dell’articolo 16 del d.lgs. n. 39 del 28 febbraio
2021, utilizzando le Linee Guida pubblicate dalla F.A.S.I. ed ha per scopo regolamentare e
disciplinare gli strumenti per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di abuso,
molestia, violenza e ogni genere di discriminazione in danno dei tesserati, con speciale
riguardo ai minori d’età, nell’ambito dell’attività sportiva svolta dalla Associazione/Società.
Il modello intende altresì dare attuazione al D.Lgs N. 36 /2012, al D Lgs. 198/2006, ai
Principi fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e
discriminazione adottati dall’Osservatorio Permanente per le Politiche di Safeguarding del
C.O.N.I. ed al Regolamento Safeguarding adottato dalla F.A.S.I..
Si applica a chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività della
Associazione/Società, indipendentemente dalla disciplina sportiva praticata.
Ha validità quadriennale dalla data di approvazione e deve essere aggiornato ogni qual
volta necessario al fine di recepire le eventuali modifiche e/o integrazioni dei Principi
Fondamentali emanati dal CONI in materia di safeguarding, le eventuali ulteriori
disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, le raccomandazioni
dell’Osservatorio Permanente del CONI per le Politiche di Safeguarding e le
raccomandazioni dell’Ufficio del Safeguarding Officer della F.A.S.I..
L’obiettivo del modello organizzativo e di controllo è quello di prevenire e contrastare ogni
fenomeno di abuso, molestia, violenza e discriminazione nei confronti dei tesserati, in
particolare se minori, promuovere una cultura sportiva improntata alle politiche di
safeguarding e un ambiente inclusivo, accogliente e positivo, che assicurino la dignità ed il
rispetto dei diritti di tutti i tesserati e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, valorizzando le
diversità e tutelando al contempo l’integrità fisica, psicologica e morale dei tesserati,
favorendo il pieno sviluppo fisico, emotivo, intellettivo e sociale degli atleti, la loro effettiva
partecipazione all’attività sportiva, promuovendo altresì la consapevolezza dei tesserati in
ordine ai propri diritti, doveri, obblighi, responsabilità e tutele.
Il presente modello organizzativo deve essere pubblicato sulla homepage del sito della
Società A1 Climbing ssdrl, www.paretisportcenter.com , affisso nella sede della medesima
nonché comunicato al Responsabile Safeguarding della F.A.S.I., insieme alla nomina del
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni ed al Codice di condotta. Lo stesso
vale per tutti gli aggiornamenti del modello.
Esso integra e non sostituisce il Regolamento Safeguarding per la tutela dei tesserati dagli
abusi e dalle condotte discriminatorie adottato dalla F.A.S.I..

PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI LESIVI
GESTIONE DEL RISCHIO: INDIVIDUAZIONE DELLE AREEE DI RISCHIO E
PROTOCOLLI DI CONTENIMENTO DEL RISCHIO
Il modello organizzativo prevede misure e procedure di prevenzione e contrasto di ogni
condotta di abuso, violenza e discriminazione, comunque consumata, in ogni forma,
anche omissiva, o commissiva mediante omissione, e/o modalità, di persona o tramite
modalità telematiche, informatiche, sul web, attraverso messaggi, e-mail, social network, o

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altro canale di comunicazione, blog, o programmazione o alterazione di sistemi di
intelligenza artificiale ed altre tecnologie informatiche.
Costituiscono fattispecie di abuso, violenza e discriminazione, a titolo esemplificativo, ma
non esaustivo:
a) l’abuso psicologico;
b) l’abuso fisico;
c) la molestia sessuale;
d) l’abuso sessuale;
e) la negligenza;
f) l’incuria;
g) l’abuso di matrice religiosa;
h) il bullismo, il cyberbullismo:
i) i comportamenti discriminatori.
Si intendono:
a) per “abuso psicologico”, qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di
rispetto, la vessazione, la prevaricazione, l’umiliazione, il confinamento, la
sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere sul
senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare
la serenità del tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti
digitali;
b) per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui percosse,
soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o
potenziale di procurare direttamente o indirettamente un danno alla salute, un
trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto
da compromettergli una sana e serena crescita. Tali atti possono anche
consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al fine di una migliore
performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare
carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità
fisica oppure forzare ad allenarsi atleti ammalati, infortunati o comunque
doloranti, nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti
sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscono il
consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da norme vigenti o le pratiche
di doping;
c) per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non
gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti
una grave noia, fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche
consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere
osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o
non gradite se rivolte ad un maggiorenne, ma anche gradite se rivolte ad un
minore, aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od
ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto
intimidatorio, degradante o umiliante;
d) per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione
sessuale, senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, nel caso
il tesserato sia minore anche nel caso quest’ultimo sia consenziente, o il cui
consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel
costringere, o anche semplicemente indurre se rivolte ad un minore, un
tesserato a porre in essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o
nell’osservare il tesserato in condizioni e contesti non appropriati;

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e) per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico, accompagnatore,
o qualsiasi tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il
quale, presa conoscenza di uno degli eventi, o comportamento, o condotta, o
atto di cui al presente documento, omette di intervenire causando un danno,
permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di
danno. Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero
trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici del tesserato;
f) per “incuria”, l’abbandono del minore, la mancata soddisfazione delle necessità
fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo;
g) per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la
limitazione del diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di
esercitarne in privato o in pubblico il culto purché non si tratti di riti contrari al
buon costume;
h) per “bullismo e cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o
aggressivo che un singolo individuo o più soggetti possono mettere in atto,
personalmente, attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione,
sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di uno o
più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato.
Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione
ripetuti e atti ad intimidire o turbare un tesserato che determinano una
condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui
umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in
relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di
ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima).
i) per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a
conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche
fisiche, genere, status socio-economico, prestazioni sportive e capacità
atletiche, religione, convinzioni personali, opinioni politiche, disabilità, età o
orientamento sessuale.

E’ onere della società strutturarsi in modo tale da dare attuazione alle finalità indicate,
uniformando i comportamenti di tutti i soggetti cui si applica detto modello alle norme di
condotta di seguito indicate:


assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della
dignità e dell’inviolabilità della persona valorizzando l’inclusione e le diversità;

riservare ad ogni tesserato attenzione, impegno e rispetto, senza distinzioni di età, etnia,
condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento
sessuale, disabilità od altro;

far svolgere l’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo
dell’atleta, specie se minore, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello
stesso;

prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio anche derivanti da disturbi
dell’alimentazione, percepiti o conosciuti anche indirettamente, con particolare attenzione
ai minori;

incentivare la frequenza dei tesserati alla formazione obbligatoria annuale e ai corsi di
aggiornamento annuali previsti dalla F.A.S.I. in materia di safeguarding;

segnalare, senza indugio, ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità
genitoriale ovvero ai tutori o curatori ovvero ai soggetti preposti alla cura o vigilanza del
minore;

confrontarsi con il Responsabile delle Politiche di Safeguarding nominato dalla società
ove si abbia il sospetto circa il compimento di condotte rilevanti, come sopra individuate;

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favorire la rappresentanza paritaria di genere, nel rispetto dei regolamenti sportivi
applicabili;


assicurarsi che i medici sportivi e gli operatori sanitari che riscontrino i segni o gli
indicatori di lesioni, violenze o abusi si attivino senza indugio informandone
immediatamente il Responsabile contro gli abusi, la violenza e le discriminazioni e il
Responsabile federale delle politiche di safeguarding;

promuovere accordi di collaborazione tra atleti, tecnici, personale di supporto e coloro
che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli atleti
minori;

prevenire i fenomeni di abuso, violenza e discriminazione adottando i seguenti protocolli:
Contatti fisici:
1) evitare i contatti fisici non necessari tra atleti e tecnici o dirigenti o
accompagnatori;

Allenamenti:
1) prevenire, durante gli allenamenti e in gara, tutti i comportamenti e le condotte sopra
descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo spiegando in modo chiaro a
coloro che assistono allo svolgimento di allenamenti, gare o manifestazioni sportive,
di astenersi da apprezzamenti, commenti e valutazioni che non siano strettamente
inerenti alla prestazione sportiva in quanto potrebbero essere lesivi della dignità, del
decoro e della sensibilità della persona;
2) sollecitare atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori all’uso di un linguaggio
appropriato e comunque evitare 
l’uso di espressioni discriminatorie, sessiste, o di
matrice razzista;

3) evitare di intrattenersi in sedute di allenamento con singoli atleti al di fuori dei giorni e
degli orari previsti per gli allenamenti collettivi. Laddove l’allenamento singolo fosse
necessario per la preparazione dell’atleta, esso si dovrà svolgere sempre in
presenza di un ulteriore allenatore, ovvero di un dirigente e, nel caso che l’atleta sia
un minore, alla presenza di almeno uno dei genitori o previa autorizzazione degli
stessi.
Uso degli spazi della Società:
1) presso le strutture in gestione o in uso alla Società devono essere predisposte tutte
le misure necessarie a prevenire qualsivoglia situazione di rischio; in particolare
devono essere predisposti spogliatoi e servizi igienici divisi tra personale tecnico e
atleti e, per questi ultimi, devono essere previsti spazi separati a seconda del genere;
2) deve essere sempre garantito l’accesso ai locali e agli spazi in gestione o in uso alla
Società durante gli allenamenti e le sessioni prova di tesserati con disabilità motoria
o intellettivo/relazionale ovvero di minori degli anni 16 a coloro che esercitano la
responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero a loro
delegati, senza che ciò possa interferire con il regolare svolgimento delle attività;
3) solo in caso di necessità, ferma restando la tempestiva richiesta di intervento del
servizio di soccorso sanitario qualora necessario, l’accesso all’infermeria è
consentito al medico sociale o, in caso di manifestazione sportiva, al medico di gara
o, in loro assenza, a un tecnico formato sulle procedure di primo soccorso
esclusivamente per le procedure strettamente necessarie al primo soccorso nei
confronti della persona infortunata. La porta dovrà rimanere aperta e dovrà essere
presente almeno un’altra persona (atleta, tecnico, dirigente, collaboratore, eccetera);

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in caso di atleti minorenni sarà necessaria sempre anche la presenza di almeno un
soggetto esercente la potestà genitoriale o un suo incaricato.
Trasferte:
1) durante le trasferte di qualsiasi tipo è dovere degli accompagnatori vigilare sugli atleti
accompagnati, soprattutto se minorenni, mettendo in atto tutte le azioni necessarie a
garantire l’integrità fisica e morale degli stessi ed evitare qualsiasi comportamento
rilevante ai fini del presente modello;
2) durante le trasferte di atleti minorenni, viene richiesta la presenza di almeno un
genitore o di chi ne fa le veci.

Consensi:
è necessario richiedere il consenso scritto agli esercenti la responsabilità genitoriale
ovvero a tutori o a chi detiene la cura del minore:

per comunicazioni elettroniche e utilizzo di social media.


per foto durante allenamenti e manifestazioni

CERTIFICAZIONI PER I COLLABORATORI
L’Associazione/Società prima di assegnare un incarico, a prescindere dal tipo di rapporto
instaurato, deve richiedere a tutti coloro che svolgano funzioni che comportino contatti
diretti con minori la copia del certificato del casellario giudiziale.
Detto certificato va richiesto anche per tutti i rapporti in essere al momento dell’entrata in
vigore di detto modello organizzativo.

OBBLIGHI INFORMATIVI, FORMATIVI, DI AGGIORNAMENTO
La Società ha l’obbligo:
1) di immediata affissione in luogo ben visibile a tutti presso la sede sociale e di
pubblicazione sulla homepage del sito internet della medesima del codice di
condotta, del modello organizzativo nonché del nominativo e dei contatti del
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
2) di immediata comunicazione al Responsabile Federale delle politiche di
Safeguarding (Safeguarding Officer) della F.A.S.I. del nominativo e dei contatti del
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
3) di comunicazione, all’atto del tesseramento, del codice di condotta, del modello
organizzativo e del nominativo ed i contatti del Responsabile contro abusi, violenze
e discriminazioni ai tesserati e a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale
o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti minori;
4) di pubblicazione sulla homepage del sito internet della Associazione/Società e di
affissione presso la sede sociale in luogo ben visibile a tutti di ogni aggiornamento
del modello organizzativo ovvero del mutamento del nominativo o dei contatti del
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
5) di immediata comunicazione dell’adozione del modello organizzativo e dei relativi
aggiornamenti al Responsabile contro abusi, violenza e discriminazioni nonché al
Responsabile federale delle politiche di safeguarding della F.A.S.I.;

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6) di immediata comunicazione di ogni informazione rilevante al Responsabile di
contro gli abusi, la violenza e la discriminazione, al Responsabile federale delle
politiche di safeguarding nonché nel caso di illeciti disciplinari alla Procura
Federale;
7) di adeguamento del modello organizzativo alle disposizioni emanate dalla Giunta
Nazionale del CONI, dall’Osservatorio Permanente del C.O.N.I. per le politiche di
safeguarding e dalla F.A.S.I. in materia di safeguarding;
8) di divulgazione, diffusione e pubblicizzazione periodica presso i tesserati, anche
attraverso la diffusione di materiali informativi:

delle procedure per la segnalazione di eventuali comportamenti lesivi;

delle politiche di safeguarding adottate dalla Associazione/Società al fine della
prevenzione e contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione; per
l’acquisizione della consapevolezza da parte dei tesserati dei propri diritti, obblighi e
tutele; per la prevenzione dei disturbi alimentari negli sportivi, con speciale riguardo
ai minori;

delle politiche di safeguarding e di ogni iniziativa adottata in materia dalla F.A.S.I.;
9) incentivare la frequenza alla formazione ed aggiornamento annuali previsti dalla
F.A.S.I. in materia di safeguarding;
10) almeno una volta l’anno di predisporre, anche a mezzo di convenzioni o accordi con
la F.A.S.I., dei corsi di formazione volti alla divulgazione delle politiche di
safeguarding, la cui partecipazione da parte dei tesserati e dei collaboratori sia
obbligatoria.

CONTRASTO DEI COMPORTAMENTI LESIVI:
IL RESPONSABILE CONTRO ABUSI VIOLENZE E DISCRIMINAZIONI
In ottemperanza alla delibera della Giunta Nazionale del CONI del 25 luglio 2023, n. 255,
anche ai sensi dell’art. 33, comma 6, del d.lgs. n. 36 del 28 febbraio 2021, allo scopo di
prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, molestia, violenza e discriminazione sui
tesserati nonché per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, con
un riguardo speciale per i minori, la Società nomina, entro il 31 dicembre 2024, un
responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, con le modalità e le forme stabilite
dallo statuto della Società in ordine al conferimento delle cariche.
Il Responsabile deve essere scelto preferibilmente tra i tesserati F.A.S.I. di comprovata
moralità e competenza nel settore; deve essere autonomo ed indipendente rispetto
all’organizzazione sociale, ovverosia non deve avere cariche sociali ovvero essere legato
alla società da rapporti di collaborazione di qualsiasi genere, non deve essere un tecnico o
un allenatore né essere legato a costoro da alcun tipo di rapporto.
Il Responsabile dura in carica un anno e può essere riconfermato.
Prima della nomina o dell’eventuale riconferma dell’incarico deve essere acquisito il
certificato del casellario giudiziale e dei carichi pendenti della persona che si intende
nominare.
Non può essere designato o confermato come Responsabile chi ha riportato una
condanna penale definitiva per reati non colposi contro l’incolumità, contro la persona (con
la sola eccezione dei delitti contro l’onore) ovvero concernenti sostanze stupefacenti,
ovvero chi ha un carico pendente per i reati previsti dagli articoli 600 bis, 600 ter, 600
quater, 600 quater.1, 600 quinquies, 604-bis, 604-ter, 609 bis, 609 ter, 609 quater, 609

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quinquies, 609 octies e 609 undecies del codice penale o se nei suoi confronti sia
intervenuta l’irrogazione di una sanzione interdittiva all’esercizio di attività che comportino
contatti diretti e regolari con minori, ovvero l’interdizione perpetua da qualunque incarico
nelle scuole di ogni ordine grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture
pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, nonché l’applicazione della
misura di sicurezza del divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con
minori.
Il nominativo del Responsabile ed i contatti del medesimo devono essere immediatamente
affissi presso la sede della Società in luogo ben visibile a tutti, devono essere pubblicati
sulla homepage del sito internet della Società e comunicati al Responsabile Federale delle
politiche di Safeguarding (Safeguarding Officer) della F.A.S.I..
Deve essere parimenti affisso e pubblicato ogni mutamento del nominativo o dei contatti
del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Il nominativo ed i contatti del Responsabile devono essere comunicati ai tesserati, a
coloro che esercitano la responsabilità genitoriale e ai soggetti cui è affidata la cura degli
atleti minori all’atto del tesseramento.
La nomina di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere revocata
prima della scadenza del termine per gravi irregolarità di gestione o di funzionamento, o
violazione delle politiche dell’associazione relative alla protezione dei minori, o in caso di
reiterati inadempimenti degli obblighi connessi all’incarico ricevuto, ovvero per il venir
meno dei requisiti, con provvedimento motivato dell’organo preposto alla nomina, che
entro 30 giorni provvederà alla nomina di un nuovo Responsabile. Della revoca e delle
motivazioni è data tempestiva notizia al Safeguarding Officer della F.A.S.I..
Il Responsabile contro abusi violenze e discriminazioni ha l’obbligo di partecipare ai
seminari informativi e formativi organizzati dal Responsabile Federale delle politiche di
Safeguarding (Safeguarding Officer) della F.A.S.I..
Il Responsabile svolge le seguenti funzioni:

vigila circa l’adozione e l’osservanza dei modelli organizzativi e dei codici di condotta;

gestisce le segnalazioni di comportamenti lesivi ricevute con efficacia, tempestività e
riservatezza, eventualmente informandone il Safeguarding Officer Federale e, nel
caso che i fatti segnalati integrino gli estremi di un illecito disciplinare dandone
informazione al Procuratore Federale e qualora integrino anche una fattispecie di
reato procedibile d’ufficio informandone anche la competente Procura della
Repubblica;

nell’ambito della gestione delle segnalazioni ricevute può svolgere funzioni ispettive ed
è tenuto a collaborare col Responsabile Safeguarding Federale e con il Procuratore
Federale;

promuove la corretta applicazione del Regolamento per la prevenzione e il contrasto
dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazioni adottato dalla F.A.S.I., nonché
l’aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici
di condotta adottati;

adotta ogni opportuna iniziativa per prevenire e contrastare nel proprio ambito
associativo ogni forma di abuso, violenza e discriminazione e promuovere le politiche
di safeguarding;

recepisce ed attua le raccomandazioni impartite dal Responsabile delle politiche di
Safeguarding federale;

informa e forma i tesserati per realizzare le politiche di safeguarding nell’ambito
associativo;

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adotta misure finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza di genere,
diversità e inclusione e ne monitora periodicamente i risultati;

valuta annualmente l’idoneità delle misure adottate eventualmente sviluppando ed
attuando sulla base di tale valutazione un piano d’azione al fine di risolvere le criticità
riscontrate.

GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI
Chiunque venga a conoscenza o sospetti comportamenti lesivi, così come individuati dal
Regolamento Safeguarding e dalle Linee Guida predisposti dalla F.A.S.I., integralmente
richiamate nel presente documento, posti in essere da tesserati ovvero da persone terze
nei confronti di tesserati, con particolare attenzione ai minori, deve segnalarlo
immediatamente al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, Sig. Bazzani
Luca, sia a voce che per iscritto all’indirizzo di posta elettronica
bazzaniluca72@gmail.com.
Detto Responsabile sarà l’unico ad avere la password di accesso a detto indirizzo mail.
La segnalazione potrà in aggiunta essere inoltrata al Safeguarding Officer della F.A.S.I.
all’indirizzo mail safeguarding@federclimb.it.
Nel caso di una segnalazione che coinvolga un minore come presunta vittima, devono
essere immediatamente informati coloro che esercitano la potestà genitoriale ovvero il
tutore legale o il curatore, per il tramite del Responsabile contro abusi, violenze e
discriminazioni, a meno che ciò non esponga il minore a un rischio per la sua sicurezza.
Nel caso in cui i fatti integrino un illecito disciplinare deve essere inoltrata la segnalazione
al Procuratore Federale della F.A.S.I.. E ciò anche per il tramite del Responsabile contro
abusi violenze e discriminazioni.
La segnalazione di detti comportamenti lesivi deve essere gestita immediatamente e con
estrema riservatezza.
In particolare, la Società deve adottare apposite misure per evitare la cd. vittimizzazione
secondaria e quindi garantire e tutelare, e se del caso assistere, sia coloro che abbiano
presentato una segnalazione o una denuncia o abbiano manifestato l’intenzione di farlo
sia coloro che hanno assistito o sostenuto un tesserato che abbia presentato una
segnalazione o una denuncia o abbia reso testimonianza o sia stato audito dal
Procuratore Federale in un procedimento per simili fatti, ovvero adottato una qualsiasi
iniziativa relativa alle politiche di safeguarding.
L’Associazione/Società deve garantire l’accesso del Responsabile contro abusi, violenze e
discriminazioni nonché del Safeguarding Officer Federale alle informazioni e alle strutture
sportive, anche mediante audizioni e ispezioni senza preavviso, e deve favorire la
collaborazione dei tesserati e di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo
all’attività sportiva.
Sono previste sanzioni per le segnalazioni manifestamente infondate.

SISTEMA DISCIPLINARE E SANZIONATORIO ENDOASSOCIATIVO
N.B. Il sistema disciplinare e sanzionatorio endo-associativo trova applicazione solo se lo
statuto dell’Associazione/Società lo preveda.